Siamo Lorenzo e Luca Bernardi, rispettivamente classe 1993 e 1995, giovani pescatori professionali di quarta generazione.
Abbiamo trascorso molte notti a lavorare e portare avanti la tradizione di pesca della nostra famiglia. Oggi portiamo nel futuro questo mestiere antico, fatto di mare e passione.
La nostra idea di pesca è smart e su misura.
Smart perché impieghiamo tutti gli strumenti in nostro supporto per organizzare il lavoro in modo intelligente e sostenibile.
Su misura perché peschiamo solo la quantità di vongole venduta ai nostri clienti in giornata.
Così tu potrai avere le tue vongole fresche, con la certezza di mettere sulla tavola un prodotto naturale figlio del mare, buono due volte: perché è davvero fresco, nato e cresciuto in totale autonomia senza trattamenti, e perché non è frutto di una pesca intensiva.
Vogliamo infatti pescare e portare in tavola la vongola dell’Adriatico senza sprechi e senza sfruttamento.
Per questo la misura del pescato è di taglia mista, quella che ci offre il mare, senza doverlo sfruttare ulteriormente alla ricerca di una misura più dettagliata.
Usiamo un packaging sostenibile: un cofanetto in carta riciclabile che può conservare liquidi ed essere riutilizzato per contenere i gusci vuoti senza dover usare un sacchetto di plastica.
Non facciamo magazzino e peschiamo solo il venduto, evitando che vengano pescate più vongole del necessario per riempire magazzini, con il rischio di vederle gettate inutilmente quando invecchiano o restano invendute.
Filiera corta e sostenibile
Come Vongole Bernardi abbiamo deciso di adottare un approccio di filiera corta. Questa modalità è caratterizzata da un numero limitato di passaggi e intermediazioni commerciali: l’esatto opposto della GDO, la Grande Distribuzione Organizzata. La filiera corta è infatti basata sulla produzione locale: si riducono gli intermediari della catena del cibo, da chi produce a chi consuma, nel nostro caso dalla pesca alla messa in tavola. Questo contribuisce a rafforzare le economie locali e favorisce il progresso nel campo delle produzioni sostenibili come la nostra.
Abbiamo fatto qualche domanda a Lorenzo Bernardi per approfondire la loro modalità di pesca e la loro pratica etica nel rispetto dell’ambiente.
Domanda a Lorenzo:
Rispetto alla pesca alle vongole mi sembra che uno dei punti dolenti, oltre al rispetto per la riproduzione, riguarda proprio le reti disperse in mare, negli anni se ne sono accumulate un’infinità, calze, nasse reti da strascico…compreso le “calze”. Nonostante diverse pratiche non dovrebbero più esistere, perché in teoria si sono fatte campagne di sensibilizzazione, mareggiate e incidenti di vario tipo possono rompere queste reti adoperate per il trasporto delle vongole. Sarebbe meno grave se le reti fossero di un materiale alternativi e più eco-compatibili, cosa ne pensate, questa possibilità potrà mai essere possibile?
Che accorgimenti e attenzioni avete per non disperdere in mare le reti? e il materiale che viene utilizzato sulla vostra barca, come ad esempio le cassette o altro, come viene smaltito?
Risponde Lorenzo:
non hai idea di quanto ci faccia piacere poter dare informazioni su questi argomenti, soprattutto in questa settimana di sciopero nazionale per l’aumento del carburante, ci sono commenti online alla qualunque con una cattiveria verso i pescatori che fanno veramente tristezza.
Noi come pescatori di vongole o vongolari non abbiamo attrezzi o prodotti di consumo che finiscono in mare, anzi, pescando rastrellando il fondale abbiamo piena visione di cosa ci si trova, e quello che troviamo lo smaltiamo al ritorno in autonomia ed a nostre spese.
Le uniche reticelle che usiamo sono i sacchi con cui portiamo in terra il prodotto, cerchiamo di riutilizzarle più volte e l’ultimo ad averle in mano è il pescivendolo che le smaltisce in terra, il peso della plastica è di 25gr a sacco e ne vengono utilizzati 40 al giorno.
Come Vongole Bernardi abbiamo adottato un packaging in carta che oltre ad essere bello e testato per contenere liquidi o per la cottura al vapore in microonde è completamente biodegradabile e riciclabile, può contenere i gusci anche dopo il consumo per non gettarli in un sacchetto di plastica.
Un’altra implementazione moderna che abbiamo adottato per l’ambiente come Vongole Bernardi è l’installazione di un impianto ad acqua di mare a circolo chiuso (attivo da questa settimana e alimentato dai nostri pannelli fotovoltaici) in cui immergiamo le vongole per spurgare la sabbia prima di impacchettarle e consegnarle, da una parte facciamo felice il consumatore che ha un prodotto pronto da cuocere ma naturale al 100% dall’altra non abbiamo spreco di acqua. Se consideriamo che il cliente finale per spurgare ogni confezione utilizza in media due litri di acqua e lo moltiplichiamo per la quota che può pescare una vongolara abbiamo 888 litri risparmiati.
Tornando alle calze, quelle che si trovano in spiaggia sono utilizzate esclusivamente per gli allevamenti di cozze in mare (con cui la pesca delle vongole non c’entra niente), ci sono stati diversi problemi e incontri a cui ho assistito personalmente per essere informato, mi attivo con i colleghi delle cozze per aggiornamenti in merito e magari gli accenno anche per organizzare un un’incontro con gli interessati, posso coinvolgere anche un mio coetaneo che lavora con lo strascico ed è finito diverse volte sul giornale per questi problemi di rifiuti che trovava in mare aperto e che doveva smaltire a sue spese come rifiuti speciali (nello strascico trovano veramente di tutto rispetto a noi che lavoriamo sotto costa).
Riguardo la gestione delle vongole, la vongola lupino è completamente naturale, nasce e cresce in mare con i tempi che detta la natura, i problemi di misura ci sono perché dalle foci dei fiumi arrivano cose che nell’acqua non ci dovrebbero essere e le cose peggiori sono quelle che non si vedono, come i prodotti chimici utilizzati in agricoltura che vengono assorbiti dalla terra e dai canali o le microplastiche dei tessuti sintetici che nel lavaggio in lavatrice finiscono negli scarichi e rigettati in mare con le acque chiare.
La pesca delle vongole è suddivisa per compartimenti (es. le barche del compartimento di rimini posso pescare solo tra Cesenatico e Cattolica), ad ogni compartimento fa capo un consorzio di gestione, che stabilisce i quantitativi pescati nel rispetto della norma, le zone di pesca, le zone di rigetto per il novellame, i tempi di fermo biologico e persino i giorni e gli orari in cui possiamo uscire in mare.
Ti allego il link di msc riguardo l’ottenimento del marchio di pesca sostenibile del consorzio di venezia e chioggia, in cui spiega meglio come lavora il consorzio, come ho segnato sugli obiettivi per il 2022 sul nostro sito, stiamo preparando la domanda per ottenerlo anche noi dato che siamo allineati sulla gestione della pesca.
Questo invece è stato un dibattito di green peace che sapendo che msc stava per rilasciare il marchio ha preso come esempio delle gestioni di pesca a draga che non riguardano il nostro mestiere ed il nostro mare, ma con riferimenti in canada e francia, (l’unica cosa che l’adriatico ha in comune con gli altri mari è l’acqua salata).
Qui il link di wwf dove nei consigli per un consumo sostenibile della vongola, dichiara come in sovrappesca le zone pescate da altri paesi che possiamo trovare nei supermercati sgusciate o congelate ad un prezzo difatti al ribasso.
https://www.wwf.ch/it/guida-pesci/vongola
Spero di aver creato più domante che risposte e come già detto sono contento di poter raccontare il nostro lavoro, la mia famiglia è da 90 anni che lavora in mare e mi permetto di poter dare delle informazioni che si basano su uno storico e su fatti.
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